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Cerska 2015

Ad agosto ho fatto la mia prima esperienza di volontariato a Cerska.
Non conoscevo la zona e neanche la sua storia. Un paio di miei amici che ci erano già stati mi avevano incuriosito con i loro racconti, così ho deciso di partire.

Ho scoperto un mondo che non pensavo potesse esistere. Magari puoi immaginarlo, ma finché non ci sei dentro non lo conosci veramente. Un mondo cupo e colpevole, oscurato dalla violenza di una guerra che non può essere dimenticata, ma allo stesso tempo luminoso e innocente. Un mondo immobile ma pieno di movimento. Un mondo silenzioso e assordante…

ManoA Cerska ho preso per mano la vita e l’ho accompagnata a fare pipì nel bagno della scuola, ci ho giocato a calcio e l’ho abbracciata per esultare, l’ho sgridata e lei mi ha tenuto il muso, l’ho vista piangere e ho provato a consolarla, le ho fatto persino le boccacce e lei mi ha sorriso.

A Cerska ho portato la mia melodia e l’ho unita a quelle degli altri volontari. Con stupore mi sono accorto che avevamo un ritmo in comune e la composizione che ne è uscita è stata una delle più belle che avessi mai sentito.

Questa esperienza mi ha messo alla prova, sia come uomo sia come bambino. Non saprei dire di preciso cosa mi ha lasciato, so solo che mi fa sentire bene. E se il premio per le fatiche di quei dieci giorni è questo, be penso proprio che ne valga la pena.

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