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Cristo è arrivato da Eboli!

Cristo è arrivato da Eboli!
Gerardo e il suo sorriso carico di vita

Parafrasando il titolo del romanzo di Carlo Levi ci siamo permessi di affermare che per l’incontro di giugno sulle Opere di Misericordia, Cristo sia venuto a trovarci e sia arrivato da Eboli.

Gerardo, un ragazzo di 25 anni che in pochissimo tempo è entrato nel cuore di don Ermanno e di tutta la Fondazione Il Giardino delle Rose Blu, è stato convocato per regalarci la sua testimonianza a supporto della catechesi sull’Opera di Misericordia Spirituale “Consolare gli afflitti”.

Gerardo è il cognato di due volontarie della Fondazione,  vive a Eboli, in provincia di Salerno, in un territorio che si sa, è uno dei più difficili del nostro paese, al punto che nel famoso romanzo su citato veniva identificato come spartiacque tra il meridione italiano e il resto del mondo. Come tanti giovani della sua terra, Gerardo qualche mese fa cercava di sbarcare il lunario aiutando il padre della sua fidanzata facendo lavori sulle linee elettriche dell’alta tensione. A causa di un incidente, Gerardo si è ritrovato con le braccia attaccate a due pali e una violentissima scarica elettrica ha attraversato il suo corpo. Come ci ha raccontato lui stesso, in lacrime, la corrente che ha preso di solito non lascia scampo, un incidente come quello che è avvenuto a lui rappresenta una vera e propria condanna a morte. Gerardo invece vive, viene ricoverato e resta per diverso tempo in terapia intensiva. L’unico vero serio problema sono le gravissime ustioni che ha riportato alle braccia. I medici decidono per l’amputazione, prima di un braccio, poi dell’altro. Egli si è trovato quindi sì sopravvissuto a un incidente terribile, ma con un caro prezzo da pagare, ovvero un gravissimo handicap che lo accompagnerà per tutta la vita, a soli 25 anni.

E’ in questo momento che don Ermanno conosce Gerardo, lo va a trovare in ospedale, la sua intenzione è di donargli una corona del rosario, ma –ci racconta- vive il grande disagio di non sapere se può essere il regalo adatto per una circostanza così terribile, al punto che prima lascia la corona in macchina e poi torna indietro a prenderla. Alla fine gliela dona, e per Gerardo è il regalo più bello ricevuto nella vita.

Ormai, come Fondazione, abbiamo conosciuto diverse storie dove la sofferenza è diventata un trampolino per la fede e per la gioia, ma questa volta è stata davvero unica: pensare infatti che un giovane di 25 anni, con i progetti e i sogni che tutti hanno a quell’età, resti invalido da un giorno all’altro, abbia bisogno di aiuto per fare tutto, anche le più semplici azioni quotidiane, e nonostante ciò riesca a conservare un sorriso pieno di speranza e a ringraziare Dio per il dono della vita, è una lezione che difficilmente i presenti alla catechesi potranno dimenticare.

Gerardo è stato convocato per testimoniare sul “consolare gli afflitti” perché nella drammatica vicissitudine che lo ha visto protagonista , è stato lui a dare coraggio e consolazione a chi gli vuole bene, ai suoi genitori, alla sua fidanzata, ai suoi fratelli, in particolare al suo gemello, che lui ha definito il suo angelo, e ha portato nel reparto dell’ospedale la gioia della fede e della preghiera, una gioia che ha contagiato anche i medici e gli infermieri.

Noi tutti che abbiamo assistito possiamo solo ringraziare il Signore, ammirati per le meraviglie che compie e provare a trarne beneficio per la nostra vita.

Massimo Cedrone
maxcedrone@hotmail.com

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