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GORNJA BISTRA IL LUOGO DELL’INCONTRO

Come Fondatore di tutto ciò non posso non condividere la gioia che le esperienze estive mi donano…la presenza di tanti giovani, e quest’anno anche una significativa presenza di famiglie, mi allargano il cuore e mi confermano nel continuare a vivere e fare questa proposta…

Nel nostro Paese ci sono tante Gornje Bistre, tanti luoghi dove bambini e ragazzi diversamente abili vivono la loro vita portando con serenità la croce che gli è stata affidata, ma a Gornja Bistra tutto è speciale e, dopo tanti anni, sono sempre più convinto che sia un luogo speciale, dono di Dio, per parlare al nostro cuore e farci vivere l’Amore vero, quello di cui vi racconta questa giovane volontaria alla sua prima esperienza che è subito voluta tornare per 15 giorni a sperimentare ancora la forza dell’Amore che si riceve e va donato con tutta la nostra forza!!!Ascoltiamola:

Mezz’ora fa stavo cercando un libro dallo scaffale, e mi è capitato sott’occhio un piccolo diario dove di tanto in tanto attacco alcune foto dei viaggi che ho fatto, quelli più importanti.
E allora ho pensato che, ad una settimana dal ritorno da Gornja Bistra, di foto da attaccare non ne ho. O meglio, ne ho, ma non quelle che avrei voluto io.
A mente lucida vorrei chiarire a me stessa perché tra meno di 3 settimane prenderò un autobus di 20 ore diretto in Croazia, e perché sto tornando così in fretta in quel posto.
Da una parte ci sono le questioni pratiche, ovvero che, se non torno ora, chissà poi quando avrò una settimana libera; dall’altra c’è la paura di essere dimenticati, nel senso che, più il tempo passa, più il ricordo del mio viso sfumerà nelle loro menti.
E un pochetto, a dir la verità, a me da fastidio che loro possano dimenticarsi di me, mentre io, invece, sotto sotto, un pezzetto di cuore ce l’ho lasciato in quel castello pieno di rose blu.
Sarà stata anche l’influenza degli altri ragazzi che subito hanno preso iniziativa per tornare;
Sarà stata la voglia di fare qualcosa di unico in questa che sento essere la mia ultima vera estate spensierata;
Sarà stata la voglia di tornare e poter raccontare un’esperienza sui generis, pur sapendo che nessun altro, a parte chi sarà con me in questa settimana, potrà capire realmente.
Saranno state le parole di Roberto, che mi disse di non cercare di capire subito ciò che sentivo a Gornja, ma di vivermi la confusione così come viene, che di tempo per capire ce n’è fin troppo qui in Italia.
Sarà stato Don Ermanno, che, quando parla trasmette solo Amore, quello vero con la A maiuscola. E non parlo affatto di spiritualità, bensì di Amore per il prossimo, Amore per le piccole cose e i piccoli gesti, quelli semplici.
Sarà stato il sorriso dell’infermiera bionda, che si vede lontano un miglio che tiene a quei bambini come se fossero figli suoi, e che domenica, anche se probabilmente non era di turno, stava in mezzo a noi a ballare con Marja. E sorrideva, sorrideva da morire.
Oppure è la voglia di sentire di nuovo la sensazione di essere nel posto giusto al momento giusto: per 7 giorni stare a Gornja, vivere Gornja e non desiderare di essere in nessun altro posto al mondo.

Che poi, dopo una settimana ormai, quando mi viene chiesto “Allora? Com’è stato?” non ho ancora idea di cosa rispondere. Rimango impalata per un attimo come un pesce lesso e mi limito a dire che è stata una bella esperienza.
E mi sento in colpa da morire per questo, perché la settimana che ho passato meriterebbe migliaia di parole, meriterebbe dediche di canzoni cantate a squarcia gola con le lacrime agli occhi e, paradossalmente, meriterebbe anche infiniti silenzi.
Eppure… Come lo racconti?
Come lo racconti il groppo in gola dei primi giorni?
Come lo racconti il terribile odore di ospedale e disinfettante che ti porti dietro anche se non ci entri da 2 giorni?
E il terrore della pipì in piscina? E le carezze, i sorrisi e i canti sottovoce?
Persino il “buongiorno” aveva un sapore diverso, un’intonazione diversa: il “buongiorno” di Gornja era davvero un Buon Giorno.
Ma soprattutto, come la racconti Margareta?
Non puoi.
Nei miei 18 anni ti dico che migliaia di parole non le renderebbero giustizia, che l’accademia della Crusca la deve ancora inventare una parola adatta a lei, al suo vissuto e all’esempio che dà.
Questo più o meno è quello che so dire una settimana dopo Gornja Bistra, ma questo è anche quello che non so dire una settimana dopo Gornja Bistra.
Seguiranno aggiornamenti dopo il campo permanente.
Questo è forse quello che avrei dovuto scrivere sul tuo quadernino verde, una settimana fa”.

L’augurio è che tanti giovani dopo aver vissuto la Tendopoli estiva, cuore della nostra esperienza di servizio, coltivino nel cuore il desiderio di tornare e, tenacemente, realizzino tutto ciò partecipando al campo permanente…

 

Don Ermanno D’Onofrio

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