Il Giardino delle Rose Blu persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale e di interesse collettivo. Essa opera senza fini di lucro e l’attenzione è rivolta principalmente al settore dell’assistenza socio-sanitaria in favore dell’infanzia e dell’adolescenza in difficoltà.
Il suo impegno si estende altresì anche nei confronti di disabili, degli anziani, delle donne vittima di violenza, degli stranieri in condizioni di disagio e di tutte le categorie di persone più deboli che vivono una situazione di povertà o di svantaggio sia in Italia, sia all’estero.
Il Giardino infatti si propone di sviluppare i suoi progetti non solo sull’intero territorio italiano, ma anche all’estero; numerosi progetti sono attivi in Croazia, Bosnia Erzegovina , Serbia e Romania. Gli otto pilastri su cui fonda la sua vita spirituale e il suo impegno nel sociale sono il Servizio, la Condivisione, l’Accoglienza, l’Ospitalità e la Gratuità, Libertà, Integrazione, Solidarietà. Essi hanno trovato ispirazione sul noto brano evangelico di San Matteo “ …ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi…in verità, in verità vi dico, ogni volta che avete fatto questo ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me”.
Occupa un posto centrale il riconoscere, in un’ottica cristiana, la sofferenza come vocazione seguendo gli insegnamenti della Serva di Dio Daniela Zanetta (1962-1986). Daniela, una ragazza di Maggiora (NO) affetta da epidermolisi bollosa distrofica ereditaria, è morta all’età di 24 anni. Ha vissuto la sua malattia con grande fede, amore e con una vocazione alla sofferenza e alla santità che ne hanno fatto una prediletta figlia di Dio. Daniela ha lasciato una poderosa traccia della sua esperienza in diari scritti che, pubblicati e distribuiti su vasta scala, costituiscono un viatico spirituale di grande valore per coloro che vivono la stessa condizione di infermità e sofferenza. La Fondazione ha assunto Daniela come fonte di spiritualità e di progettualità a favore di coloro che soffrono.
Proprio l’attenzione verso gli “ultimi” e verso coloro che si trovano in difficoltà ha spinto la Fondazione alla realizzazione e gestione di strutture residenziali a carattere socio-educativo, sanitario ed assistenziale per minori e donne in situazioni di disagio. In virtù del legame spirituale con la figura di Daniela Zanetta, le strutture residenziali della Fondazione sono denominate “Daniela’s House” e sono accumunate dagli stessi valori, principi ispiratori, spirituali ed educativi quali:
- assistere e sostenere l’infanzia in difficoltà e, in generale, tutte le categorie di persone svantaggiate in ragione di condizioni fisiche, psichiche, economiche, sociali o familiari, in Italia e all’estero;
- raccordare tutte le intense esperienze di servizio, assistenza e sostegno alle persone in situazioni di disagio, emarginazione e povertà e, in particolare, alle popolazioni colpite dalla sciagura della guerra nei Balcani condotte, a partire dal 1993, grazie all’attivo e proficuo impegno di don Ermanno D’Onofrio e dei volontari italiani coordinati da quest’ultimo;
- testimoniare e diffondere una cultura della solidarietà e della non violenza;
- attuare diverse attività di assistenza e di formazione spirituale e professionale in favore di minori in difficoltà, nonché di disabili, di soggetti vittime di violenza e di altre persone in condizioni di disagio, povertà ed emarginazione.