Testo redatto a supporto del momento di crescita umana e spirituale all’interno del progetto “Ora d’aria”, che si tiene presso la Fondazione Il Giardino delle Rose Blu ogni sabato mattina.
Oggi la mia scelta nel momento in cui Gesù ci dice che è “Signore del sabato” è ricaduta sull’opera di misericordia corporale “seppelire i morti”, in sé molto “scomoda” e io oggi ne sono un esempio, perché ho avuto la dipartita di un amico, ci troviamo di fronte alla morte di un parente, ecc… e non sappiamo che fare.
Dio allora ci viene in aiuto con quella frase così secca: “io sono il Signore del sabato” e il sabato, come per noi la domenica, era il giorno dedicato al Creatore. Egli ci viene a dare una speranza, a dirci che la morte non è l’ultima parola, che c’è vita dopo la morte, che il bene che facciamo riecheggia nell’eternità ed è poi è un bagaglio importante che portiamo con noi. Che fare di fronte alla morte di una persona cara? Innanzitutto sperare e pregare per lui… ma soprattutto quest’ opera ci viene a ricordare di amare le persone quando sono ancora in vita e non dimenticarle. E se nella loro vita sono in difficoltà aiutarle, se stanno sbagliando correggerle con Amore e amarle, così come dovremmo fare con tutti: amandoci gli uni gli altri.
Domenico Valletta
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