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Amoris Laetitia

Amoris Laetitia
Papa Francesco continua ad essere fonte di ispirazione per il Fiore della Misericordia

Non si può fare a meno di notare l’incredibile sintonia che lega le attività della Fondazione Il Giardino delle Rose Blu in materia di spiritualità e il magistero di Papa Francesco. Come abbiamo già avuto modo di scrivere, sorprendente era stata l’indizione dell’anno giubilare della misericordia, proprio quando si era iniziato a Frosinone un percorso di catechesi e preghiera sulle Opere di Misericordia guidato dal nostro presidente don Ermanno. Questo percorso ha posto le basi per la nascita di una nuova esperienza ecclesiale, Il Fiore della Misericordia, attualmente ancora allo stato embrionale, ma che tra i punti cardine contempla la famiglia come luogo privilegiato in cui vivere la Misericordia, sia in “avere” (da Dio), sia in “dare” (ai fratelli).

Questo meccanismo della Misericordia costituisce il fulcro di ciò che l’esperienza del Fiore della Misericordia vuole provare a incarnare: fare esperienza nella propria anima della Misericordia di Dio, come il figlio prodigo che si getta con fiducia tra le braccia del Padre misericordioso (Lc 15, 11-32) pur consapevoli di non meritare tanto Amore, per poi irradiare i fratelli dello stesso Amore e misericordia che si sono ricevuti gratuitamente, come fece il buon samaritano (Lc 10, 25-37), capace addirittura di aiutare uno sconosciuto in grave difficoltà incontrato sulla strada, di cui nulla sapeva se non che era appartenente a un popolo diverso dal suo. Non è secondario ricordare che tra i due popoli, quello dei giudei e quello dei samaritani, intercorreva una storica ostilità, infatti all’epoca di Gesù i samaritani venivano considerati dai giudei come degli scismatici, alla stregua dei pagani; alla luce di questa considerazione dunque il gesto del samaritano acquista ancor più valore,

Con queste due bellissime parabole evangeliche come cardini e le 14 Opere di Misericordia come programma, si proverà a far nascere questa realtà, che vuole porsi al servizio di tutti gli stati di vita, ma in particolar modo nella famiglia, considerata un istituto particolarmente fecondo per questo carisma.

PADRE MISERICORDIOSO - REMBRANDTEd ecco che Papa Francesco di nuovo ci viene di nuovo in aiuto! Anch’egli sembra avere come punti focali del suo pontificato la misericordia e la famiglia.  Sulla famiglia infatti non solo ha indetto ben due sinodi, ma ha anche tenuto un ciclo di splendide catechesi durante le udienze generali del mercoledì in San Pietro, da dicembre 2014 a settembre 2015. L’ultimo regalo di questo straordinario pastore al suo gregge è stata l’esortazione apostolica Amoris Laetitia, il documento ufficiale con cui il papa ha scritto della bellezza della famiglia come Dio l’ha concepita, tenendo conto del dibattito sinodale che per due anni ha interessato la Chiesa Universale.

Per conoscere davvero questo documento di oltre 250 pagine è importante a nostro avviso evitare di leggere gli articoli sui giornali che ne parlano, così come le opinioni di giornalisti, scrittori ed editorialisti,  siano essi cattolici oppure no. Lo stile di papa Francesco infatti è talmente diretto e chiaro da rendere accessibile a chiunque la lettura del testo.

A seguire proponiamo degli estratti di Amoris Laetitia che abbiamo avvertito particolarmente vicini e utili da comprendere e meditare per chi, come noi, vuole provare a vivere il percorso di cui abbiamo parlato.

  1. Questa Esortazione acquista un significato speciale nel contesto di questo Anno Giubilare della Misericordia. In primo luogo, perché la intendo come una proposta per le famiglie cristiane, che le stimoli a stimare i doni del matrimonio e della famiglia, e a mantenere un amore forte e pieno di valori quali la generosità, l’impegno, la fedeltà e la pazienza. In secondo luogo, perché si propone di incoraggiare tutti ad essere segni di misericordia e di vicinanza lì dove la vita familiare non si realizza perfettamente o non si svolge con pace e gioia.

  1. Voglio mettere in risalto la situazione delle famiglie schiacciate dalla miseria, penalizzate in tanti modi, dove i limiti della vita si vivono in maniera lacerante. Se tutti incontrano difficoltà, in una casa molto povera queste diventano più dure.

  1. «La famiglia si costituisce così come soggetto dell’azione pastorale attraverso l’annuncio esplicito del Vangelo e l’eredità di molteplici forme di testimonianza: la solidarietà verso i poveri, l’apertura alla diversità delle persone, la custodia del creato, la solidarietà morale e materiale verso le altre famiglie soprattutto verso le più bisognose, l’impegno per la promozione del bene comune anche mediante la trasformazione delle strutture sociali ingiuste, a partire dal territorio nel quale essa vive, praticando le opere di misericordia corporale e spirituale».[310] Ciò va collocato nel quadro della convinzione più preziosa dei cristiani: l’amore del Padre che ci sostiene e ci fa crescere, manifestato nel dono totale di Gesù, vivo tra noi, che ci rende capaci di affrontare uniti tutte le tempeste e tutte le fasi della vita.

  1. […] La strada della Chiesa è quella di non condannare eternamente nessuno; di effondere la misericordia di Dio a tutte le persone che la chiedono con cuore sincero […]. Perché la carità vera è sempre immeritata, incondizionata e gratuita!».[326] Pertanto, «sono da evitare giudizi che non tengono conto della complessità delle diverse situazioni, ed è necessario essere attenti al modo in cui le persone vivono e soffrono a motivo della loro condizione».[327] 
  1. Si tratta di integrare tutti, si deve aiutare ciascuno a trovare il proprio modo di partecipare alla comunità ecclesiale, perché si senta oggetto di una misericordia “immeritata, incondizionata e gratuita”. Nessuno può essere condannato per sempre, perché questa non è la logica del Vangelo! Non mi riferisco solo ai divorziati che vivono una nuova unione, ma a tutti, in qualunque situazione si trovino.

  1. È anche ciò che insegna sant’Agostino: «Come dunque se fossimo in pericolo per un incendio correremmo per prima cosa in cerca dell’acqua, con cui poter spegnere l’incendio, […] ugualmente, se qualche fiamma di peccato si è sprigionata dal fieno delle nostre passioni e perciò siamo scossi, rallegriamoci dell’opportunità che ci viene data di fare un’opera di vera misericordia, come se ci fosse offerta la fontana da cui prender l’acqua per spegnere l’incendio che si era acceso».[353] 
  1. […]La Sposa di Cristo fa suo il comportamento del Figlio di Dio che a tutti va incontro senza escludere nessuno».[358] Sa bene che Gesù stesso si presenta come Pastore di cento pecore, non di novantanove. Le vuole tutte. A partire da questa consapevolezza, si renderà possibile che «a tutti, credenti e lontani, possa giungere il balsamo della misericordia come segno del Regno di Dio già presente in mezzo a noi».[359] 
  1. Non possiamo dimenticare che «la misericordia non è solo l’agire del Padre, ma diventa il criterio per capire chi sono i suoi veri figli. Insomma, siamo chiamati a vivere di misericordia, perché a noi per primi è stata usata misericordia».

 

 

Massimo Cedrone
maxcedrone@hotmail.com

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