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L’ospedale ai tempi del terremoto e del covid 19

Sono arrivata a Gornja Bistra il 9 febbraio e dovevo rimanere fino alla fine di marzo. Però per colpa di corona virus non potevo rientrare. Il direttore ha chiuso ospedale per i volontari e genitori, però mi ha detto che potevo stare qua da sola. Per me andava bene perchè ero con i bimbi, ma il pensiero era per i miei in Italia.

Poi un giorno abbiamo sentito un botto e abbiamo visto in televisione che era caduto un meteorite.

Dopo pochi giorni, era domenica alle 6.30, sento il letto tremare, io non avevo mai sentito il terremoto e pensavo che erano gli spiriti, però dopo la seconda scossa ho visto tutti i miei vicini fuori, ho capito che era un terremoto, poi ancora un altra scossa, sono uscita in pigiama con solo la giacca. Il mio pensiero è andato all’ospedale, però con ospedale era tutto bene.

Dopo due giorni ha nevicato per tre giorni. Poi mi si è fermata la macchina, non andava più, tutto è sucesso in una settimana.

Non vi dico come sono andata in panico. Non potevo comunicare con nessuno perchè non parlo croato e non capisco. Devo dire grazie a Marina e Borka, che, qualsiasi cosa avessi bisogno, melo facevano, la spesa e altro.

Il direttore mi ha fatto arrivare le medicine pur di restare qua.
Vi dico com’è, non so descriverlo, essere sola, non poter uscire e comunicare con nessuno, e tutto questo per rispetto dei bambini.

Poi il mio pensiero è andato verso i miei in Italia, se non li vedrò più e se loro non potevano piu vedermi. Grazie a Dio, per adesso tutto bene, penso alla fine di aprile di rientrare in Italia.

 

Tina Tozzi
Gornja Bistra, 3.4.2020

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