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Voci e racconti dal campo permanente

Dopo avervi raccontato la tendopoli vista da una giovane volontaria, vi riporto alcuni pensieri di volontari di ritorno dalla loro esperienza a Gornja nel campo permanente. Sono riportati tanti aspetti positivi dell’esperienza, ma anche diversi spunti per poter migliorare l’organizzazione del campo. Ringrazio di cuore il responsabile del progetto, Diego Fisogni, che mi ha fornito questi pensieri e che è sempre iper efficiente nella gestione delle settimane del campo!


“Ciao sono Milena Pietrella Zrnić e vorrei, per quanto lo si possa fare per iscritto condividere con voi qualche riflessione riguardo la settimana trascorsa a Gornja Bistra.

Innanzitutto sono molto felice che la Fondazione abbia organizzato una presenza permanente di volontari all’ospedale di Gornja Bistra. Credo che sia una cosa assolutamente necessaria ai bambini ospiti dell’ospedale.

Sono un italiana che vive in Croazia da ormai vent’anni e da ragazza ho fatto esperienze molto frequenti e belle di volontariato, insieme a gruppi e poi personalmente in istituti delle Marche (da dove provengo) perciò questo tipo di esperienza da una parte non mi è nuova perchè non è la prima volta che mi incontro con persone portatrici di handicap più o meno gravi. Dall’altra però è stata un’esperienza particolare per due motivi precisi.

Il primo è che allora io ero poco più di una ragazzina che scopriva la bellezza e la gioia che c’è nel donare il proprio tempo e la propria attenzione a persone che spessissimo sono sole e non considerate degne di attenzione; oggi sono una mamma quarantenne che ha provato un’immensa gratitudine ogni volta che si è trovata a ricevere, in cambio di una semplice carezza o di qualche parola, esplosioni di gioia, di gratitudine e di tenerezza dai bambini ,con bisogni particolari“ (come si dice in croato) ospiti dell’ospedale di Gornja.

Il secondo motivo è che ho avuto finalmente l’occasione di far fare “questo tipo di esperienza” a mia figlia Mirjam di 6 anni. Desideravo che attraverso l’incontro con i bimbi “diversi” da quelli che è abituata a incontrare sperimentasse quello che io credo sia il senso vero della vita, quello di cui con i bambini si parla sempre meno, quello che sta al di la di un’apparenza che può sembrare brutta. E sono contentissima perchè il risultato è andato anche oltre le mie aspettative. Ringraziando, i ragazzi del gruppo, Mario il referente, ma anche molto Borka e le altre educatrici, Mirjam è entrata in contatto a poco a poco con diversi bambini, che le hanno voluto subito un gran bene, e si è sentita sempre più libera di stare con loro e ne è stata sempre più contenta.

A conclusione della settimana mi ha ringraziato per averla portata con me e mi ha detto che la gioia che ha provato stando con i bambini di Gornja e vedendoli felici quando lei giocava con loro, non si può paragonare assolutamente con altri tipi di gioia come quando ricevi un giocattolo, un vestito nuovo ecc. Mi ha detto: “Mamma, questa e’ una gioia molto più bella e più grande, è come se qualcosa ti sorridesse dentro!“

Credo con queste sue parole di aver dato almeno un po’ un’idea della nostra esperienza, vorrei ancora sottolineare che il gruppo in cui ci siamo trovate è stato molto positivo (nonostante formato in effetti da 3 gruppetti) tutti sono stati molto semplici e aperti e questo ha contribuito molto a far star bene Mirjam che si è affezionata tanto a tutte le ragazze (i ragazzi erano solo due) e ha passato con loro tutto il tempo libero con molto entusiasmo.

In ospedale, anche grazie al fatto che parlo croato, mi sono trovata bene, chiaramente con qualcuno piu’ e con altri meno ma come dite voi nel regolamento, non sta’ ai volontari valutare il lavoro del personale… quello che è importante è ben altro.

Ecco infine mi sento in debito verso i ragazzi del gruppo di qualcosa che volevo dire al momento della condivisione ma poi, non l’ho detto.

Anch’io come molti di voi alla vostra età- e anche in seguito- mi sono chiesta più volte ma come può il buon Dio permettere che questi bambini soffrano così tanto? La risposta l’ho ricevuta pezzettino per pezzettino attraverso diverse esperienze di vita ma credo di averla „cristallizzata“ nel modo più semplice quando ascoltando voi Mirjam me l’ha chiesto mentre mi abbracciava prima di addormentarsi una sera a Gornja. Ognuno di noi nasce con uno scopo, come un compito, una missione da compiere nella vita. Loro ne hanno ricevuto uno estremamente importante ma allo stesso tempo molto duro: quello di far capire a noi „che abbiamo tutto“ cosa conta nella vita, cosa ti rende veramente felice, cosa ti fa sentire quella gioia e quella soddisfazione che nessuno ti può più togliere. Quando e quanto ami. Noi „normali“ spessissimo questo non lo capiamo e cerchiamo la felicità dappertutto meno che nell’unico posto dove si trova: nell’amare. Loro sono qui per aiutare noi a trovarla.”

Di seguito un altro pensiero di una volontaria:

“Ciao a tutti! Per me è la terza volta a Gornja, mancavo da tre anni e ho notato molti cambiamenti positivi! I bambini vengono cambiati più spesso e sono più puliti (anche se si può decisamente migliorare!), le infermiere più disponibili e bendisposte verso i volontari. Le altre due volte sembrava quasi di “rubare” i bimbi, stavolta erano quasi tutte gentili con noi. Inoltre, il nuovo direttore sanitario si è presentato ed è venuto a trovarci in casetta, mi sembra una cosa molto positiva per l’ospedale e per la collaborazione tra il personale e i volontari. Molto positivo anche il fatto che ci fossero diversi volontari croati (ne abbiamo visti quattro durante la settimana)…quindi tutto bene in ospedale!

Con il gruppo benone, eravamo solo noi quattro più Mario e Ross, quindi è stato più “faticoso” nel senso che, rispetto alle altre volte in cui ero in gruppi di 12-15 persone, non ci si poteva distrarre neanche mezzo
secondo. Comunque la collaborazione è stata perfetta e mi sono trovata veramente molto bene.

L’organizzazione della settimana non mi sembra sia cambiata rispetto alle altre volte; c’è sproporzione tra il tempo passato in ospedale la mattina (4 ore) e il pomeriggio (2 ore e mezza scarse), ma non so quanto
sia modificabile.

Problematiche particolari non me ne vengono in mente…come consigli, suggerirei di ampliare le schede dei bambini, quelle con le patologie, perchè mi sembrano un po’ essenziali…in tanti casi non si capisce
bene cosa abbia il bambino e se si debbano prestare particolari attenzioni. Il quaderno con i consigli su come trattare i bambini mi sembra più utile e interessante.

Secondo me bisognerebbe anche dire a tutti i volontari di prendere molto in considerazione la musica e le canzoni: tantissimi bambini che sembrano praticamente immobili (tipo Toni Spada o il suo vicino Filip di
cui non ricordo il cognome) con la musica si divertono un sacco.

Inoltre, sempre ricordarsi di passare spesso nelle camere per non trascurare i bambini che non possono uscire (Iviza faceva di quei sorrisi con delle semplici carezze!), perchè si dà tanta attenzione ai
bambini che possono uscire e si tende a trascurare quelli che non escono quasi mai dai letti.

Sicuramente è un’esperienza da rifare e da condividere, non vedo davvero l’ora di tornare!
Approfitto della mail per ringraziare la Fondazinoe che mi ha permesso di conoscere Gornja Bistra, Diego che è stato veramente efficiente nella gestione del calendario della casetta e nel metterci in contatto
prima di iniziare la settimana, and, last but not least, Vale, Eli, Luigi, Mario e Ross che hanno vissuto con me questa settimana e l’hanno resa speciale!

Hvala <3!

 

Alex Talamona
Vice Presidente per il Nord d’Italia

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